mercoledì, agosto 02, 2006

Siddharta il sorriso del fiume



SIDDHARTA, IL SORRISO DEL FIUME

testo, drammaturgia e regia: Gary Brackett

Lo spettacolo “Siddharta Il Sorriso del Fiume” è una libera rielaborazione di Gary Brackett da "Siddharta" di Herman Hesse (romanzo breve pubblicato nel 1922, che ha avuto, soprattutto nella seconda metà XX secolo, un'enorme diffusione tra il pubblico giovane); da "Hanta Yo" Una saga sulle tribù americane Dakotah (Sioux), 1979 di Ruth Beebe Hill; da "Angelo, guarda il passato", 1929 romanzo di Thomas Wolfe.

Copione: no copyright; non tutelato: BASTA SIAE!
testo

Le date

Pescara il 3 agosto ore:21.30
Strada parco (Villa Sabucchi)

Montone di Mosciano S.A. (TE) il 4 agosto ore:23.00
Festival di teatro di strada e di arte
"Tra il sole e la luna"

Vasto (CH) il 6 agosto ore:21.30
Piazza Diomede

Fossa (Aq) il 7 agosto ore:21.30
Teatro la Fragolina Via del Forno


Pescara, 24 luglio 2006

“Siddharta, il sorriso del fiume”: un nuovo ponte viene costruito…

……e questa volta non per unire due parti di una città: stiamo parlando del Living Theatre che per la prima volta in assoluto produce un lavoro con giovani attori della nostra città, tutto questo sotto la direzione artistica di Judith Malina e per la regia di Gary Brackett.
La consapevolezza che questo progetto ci dona, è che finalmente tutta l’energia che da anni fermenta nel sottosuolo, può trasformarsi in qualcosa di vivo, concreto, visibile…di carne e sangue (Antonin Artaud).

Il Centro Living Europa fa appello al”Pubblico”, quello che egli considera l’anima ed il suo alter ego più sincero, affinché si confronti nuovamente con se stesso tramite questo nuovo lavoro.
“Siddharta…” è il risultato di un progetto del Centro Living Europa e del suo Workshop Internazionale per una formazione alternativa dell’Attore. Il Living lancia il suo messaggio attraverso giovani attori professionisti capaci di mettersi in gioco proprio in un momento nel quale si ha forse più bisogno di certezze e punti saldi.

andremo a dirgli cosa sta succedendo e quanto sia orribile (Julian Beck)


“Siddharta, il sorriso del fiume”

Siddharta è un uomo in cerca del senso della propria vita, che passa di esperienza in esperienza e non considera definitiva nessuna di esse, poiché ciò che egli cerca è il misterioso Tutto che ha mille volti simili e mutevoli, come i riflessi delle acque del fiume dalle mille voci nel suo fluire incessante.

Siddharta propone un tema di riflessione classico ma attualissimo: l’importanza della “fede” in una FORZA vitale, che è comune ad ogni autentica esperienza religiosa in senso lato e l’impossibilità di assumere un punto di vista assoluto e definitivo o per meglio dire assumere il proprio punto di vista come assoluto e la propria fede (religiosa ma anche morale, politica etc.) come unica verità al di sopra di tutte le altre.

Il mondo ancora oggi nella sua corsa all’uso della violenza e della coercizione, utilizza le diversità religiose come strumento di divisione e contrapposizione dei popoli.
E’ importante che a teatro si rifletta su questo aspetto del nostro mondo?
E’importante risvegliare la coscienza del potere di cambiamento che ogni rivoluzione umana individuale possiede?

Può farlo se riesce a manifestare l’invisibile, l’energia che unisce attore e spettatore, se riesce a creare un incontro che faccia intravedere una nuova visione del mondo, sul piano emozionale prima che razionale.

Protagonista dello spettacolo è il Coro, che attraverso azioni sceniche, salmodie, espressionismo rituale, evoca le vicende di Siddharta e i suoi dissidi interiori.

Le immagini corali sono scandite dagli interventi musicali e dalla voce del barcaiolo Vasudeva, che incarna la saggezza del Fiume.


"Se le bombe non possono insegnare, come può farlo il teatro?
Il teatro come strumento per la santificazione del mondo."
(Julian Beck)


stage manager:
Alessandra Arcieri

attori:
Fabio Zavatta, Beatriz Prior, Marilù Provisiero, Valentina Caiano, Anna Pieramico, Emanuele Macciò, Massimo Montenero, Francesca Scaglione, Rocco Antico, Chiara Conti, Rossella Iorio, Laura Vennitti, Daniela Ialicicco, Veronica Pace, Valentina Capone, Emanuela Valiante, Natascia Macchniz, Lorenzo Sprecacenere

Credits:
Laboratorio Danza Pescara
(Irene Placidi, Stefania De Laurentiis, Guido Silveri)
Virginia Gigante, Rocco Antico, Assenzioperdue
Centro Living Europa

martedì, luglio 18, 2006

TerraPiena: acqua sacra acqua fuggevole

THE LIVING THEATRE
presenta
Laboratorio teatrale residenziale

TerraPiena
acqua sacra acqua fuggevole



presso Cerchio della Conchiglia (camping): Capo di Rizzuto, Calabria

Condotto da Gary Brackett (Living Theatre)


Per resuscitare la nostra relazione con la terra, per riscoprire la preziosità dell’acqua e per rianimare il teatro.

La terra ha la sua memoria, che forse è la più grande memoria degli sforzi dell’umanità. In questo senso “TerraPiena” è l’urlo silenzioso della madre terra: basta con la sofferenza, inquinamento, guerra, distruzione, ingiustizia, sfruttamento, mancanza di rispetto.

Nelle stesse parole “TerraPiena” sentiamo anche un forte e continuo desiderio, il desiderio di un trovare un senso, di un Paradise Now, per la comunità, una comunità che sia comunione non solo per e fra gli uomini ma che sia una reale comunione con la terra e il cosmo, con tutte le forme di vita. Questa concezione del mondo, forse antica, crede che tutto il creato sia sacro ed uguale: l’uomo non si pone al di sopra della natura o degli altri uomini.

Forse è qui che possiamo trovare anche la fonte originale e inumana del teatro, il grande inconoscibile, il misterioso e terrificante confronto con la terra e il cosmo. In questo umano bisogno di riconoscere e dar forma, una forma poetica, alla nostra dipendenza e interdipendenza con la terra, il nostro corpo e il suo tempo.

“TerraPiena” è un progetto teatrale che ricerca le origini del teatro stesso, un confronto con le nostre radici, con le tante crisi che scuotono la terra e il destino dell’umanità, con il nostro bisogno di relazione e contatto con l'altro e con la terra stessa.

Gary Brackett e attori del Living Theatre conducono il laboratorio. Stanno già lavorando su un nuova messa in scena su “TerraPiena” che viene completata con la collaborazione dei partecipanti del laboratorio.
E’ previsto qualche replica: Calabria, Sicilia, Salento.

Laboratorio da 8 al 13 agosto, 2006 con spettacoli
Info: 347/61.77.283

garyliving@yahoo.com

http://www.ilcerchiodelleconchiglie.it/

Ciao tutti!

Come quasi ogni anno stiamo di nuovo organizzando un Living Stage per i mesi caldi. (dal 8 al 13 agosto 2006)
Ritorniamo al Cerchio delle Conchiglie a Capo di Rizzuto, in Calabria.
(vedi qui sotto per una descrizione del lavoro)
La partecipazione al laboratorio è gratuita, o meglio, compresa nel prezzo del camping: circa 10 euro al giorno.

Per vedere il campeggio nel sua bellezza andate al loro sito:
http://www.ilcerchiodelleconchiglie.it/

Poi, per chi vuole – anche se non poter fare questo laboratorio- stiamo mettendo in piedi un specie di tourneè per agosto (probabilmente scenderemo verso la Sicilia, forse anche in Salento).
Avremo due grandi camper, le tende e forse un paio di macchine. L’idea è quella di un spettacolo di strada itinerante assieme, forse, al mio spettacolo Siddharta il sorriso del fiume. Condividiamo tutte le spese, sperando di recuperare qualche soldino nei campeggi, nelle piazze, o da gruppi e associazioni che ci ospiteranno.
Se conoscete qualcuno interessato a questo progetto ( anche supporto logistico ex. Campeggi che ci possono ospitare, associazioni interessate a promuoverlo ecc…) fatemelo sapere presto.

Allora ci vediamo sulle spiagge della Calabria!

Ps. Vi ricordo che
il laboratorio di Pescara Siddartha il sorriso del fiume si svolgerà dal 24 luglio al 4 agosto.

sabato, luglio 01, 2006

Sempre Living Sempre Malina


The Living Theatre - Judith Malina: due forze ancora instancabili. Eppure troppo spesso la parola anacronistico viene utilizzata riguardo al Living Theatre. Perchè? Cercando spiegazioni è necessario parlare di culture contemporanee per capire questo cinismo verso un gruppo che ha sfidato ogni aspetto del teatro. Gli ideali utopici del Living, contro la guerra, la fine delle frontiere, la fine della morte a causa della carestia, l'anarchia e il pacifismo, sono, come Malina al suo ottantesimo compleanno, persistenti e senza compromessi. Forse la ragione per cui è così facile etichettare come anacronistico quello che, come l’eterna ribelle Antigone, sfida e confronta le questioni di oggi, è proprio il fatto che il mondo oggi sembra terribilmente lontano dalla realizzazione di questi ideali. Arte e Cultura sembrano oggi riflettere solo il loro post-modernismo, la loro arte per l’arte, la loro banalità, il loro pessimismo e la loro fuga da un impegno politico e sociale.

Per il suo persistente spirito radicale, per la sua poesia, per il suo teatro e per la sua vita esemplare dedicata all’arte e alla politica, Judith Malina riceverà il Palmiria Peace Prize. Il 18 luglio Fernanda Pivano, grande amica del Living e traduttrice dei poeti beat, consegnerà a Judith il premio. Judith Malina è stata invitata ad immortalare alcune sue parole nella Cava dei poeti a Carrara e, sempre a Carrara, a partecipare ad un incontro sulla generazione beat: L‘urlo.

Judith ed il Living Theatre, seppur sommersi dalla fama, dalle continue attenzioni della stampa o dalle critiche, restano sempre disponibili e accessibili per tutti coloro che vogliono condividere questa visione. Nell'ottica di voler continuare a diffondere e condividere il lavoro del Living Theatre, Judith sarà in tour con il marito Hanon Reznikov nei mesi di luglio e agosto, presentando in tre diversi luoghi il loro spettacolo Love and Politics. Prenderanno inoltre parte a Rifiugia-ti con Annet Henneman e il suo Teatro di Nascosto ed infine presenteranno un laboratorio che avrà come tema un classico Living del 1964: Mysteries and Smaller Pieces. Anche Gary Brackett del Living presenterà il suo spettacolo Siddharta il sorriso del fiume proponendone un nuovo allestimento frutto del laboratorio che inizierà a Pescara, il 24 luglio.



Da ricordare infine che il Living Theatre si confronterà un'altra volta con New York City aprendo il nuovo Living Theatre nel Lower East Side a Manhattan. Il sogno della Malina è di creare uno spazio che agisca come centrifuga di forze per un nuovo movimento d' arte, attivismo e politica. Ad inaugurarlo (l'apertura è prevista per novembre 2006) sarà un nuovo allestimento del celeberrimo spettacolo sull’abuso nelle carceri dei Marines, The Brig.

Familiare o anacronistico?
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Refugee Blues - Rifiugia-Ti



12 luglio Ex-manicomio Paolo Pini, Milano
info

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17 Luglio L'Urlo

Cararra

(Judith Malina è stata invitata ad immortalare alcune sue parole nella Cava dei poeti )

info

marconereorotelli@libero.it

tel. 335 6823579


Nanda Pivano: Cava dei poeti


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Presentazione del

Palmiria Peace Prize

Nanda Pivano and Judith Malina compare peace signs. Milano, June 12, 2006

18 luglio Isole di Palmiria (Portovenere) Presentazione

info

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Love and Politics


DATE:

26 luglio Carrara
info

28 Luglio Bassano del Grappa (Vicenza)
info
tickets

4 agosto Montone di Mosciano s. Angelo nel Provincia di Teramo, Abruzzo
info
Loredana Iannucci, E-mail
eidosarte@libero.it Tel. 349-3183430

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Mysteries and Smaller Pieces




18-23 luglio Tarcento (Udine)
Spettacolo 23 luglio
info

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SIDDHARTA IL SORRISO DEL FIUME



24 luglio - 3 agosto Pescara

info

Due laboratori Living

1.

Mysteries and Smaller Pieces


Il Centro Living Europa presenta

Un laboratorio teatrale: Living Theatre

Mysteries and Smaller Pieces

diretto da Judith Malina, Hanon Reznikov e Gary Brackett

Dal 18 al 23 luglio 2006



Presso: Centro Ceschia – TARCENTO – (Udine)

Mysteries and Smaller Pieces (Misteri e Piccoli Pezzi) esplodeva in scena nel 1964 a Parigi scontrandosi con il pubblico francese non ancora pronto ad accettare uno spettacolo che rompeva la percezione di come definire il “teatro”. Tra rabbia e rivolta, ma anche entusiasmo, una cosa era chiara: il teatro non poteva più restare nella tradizione delle sue precedenti forme.

Senza una trama, senza personaggi e scenografia, Mysteries confondeva la divisione tra vita e arte, tra teatro politico e teatro di protesta, reinventando addirittura l’interazione tra palco e platea.

Basandosi sull’ improvvisazione, su rituali, su slogan politici (Street Songs) e sulle teorie di Antonin Artaud, gli attori confrontavano loro stessi con un mondo di guerra e di morte, con la vita stessa e con i nostri concetti di teatro.

Oggi, dai teatri di New York, dai centri sociali in Italia, da luoghi lontani come il Libano o la Serbia fino a tutta l’Europa dell’est, Msyteries, che fa parte del repertorio del Living, sfida ancora le nuove generazioni con le stesse domande già poste negli anni ’60 ma rivolgendosi, questa volta, ad un mondo ancora più lontano da tali visioni.

Judith Malina, fondatrice insieme a Julian Beck del Living Theatre, dirigerà questo laboratorio su Msyteries che porterà nuovamente in scena lo spettacolo proposto allora.

Il laboratorio fornisce ai partecipanti l’opportunità di esplorare i diversi mezzi espressivi sviluppati dal Living Theatre: non-fictional acting, Mejerchol'd e la biomeccanica, hatha yoga, teatro politico di Brecht e Piscator e di Artaud.

Il laboratorio avrà luogo a Centro Ceschia – TARCENTO – (Udine)
costo: €150,00
Termine iscrizioni: 12 luglio Per iscrizione e info sull’alloggio chiama:

http://www.livingtheatre.org/ tel 349/801.4588 (Eleonora) 329/408.3096 (Vittoria) 347/617.7283 (Gary)
E-mail:
garyliving@yahoo.com
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2.
Siddharta Il Sorriso del Fiume

Testo e regia da Gary Brackett

dal 24 Luglio al 3 agosto a Pescara




Se le bombe non possono insegnare, come può farlo il teatro?

Julian Beck

Sembra che questa sia la domanda dei nostri giorni. Ancora oggi viviamo un mondo pieno di violenza, oppressione, sofferenza.

Il teatro come strumento per la santificazione del mondo.

E così entra in scena il personaggio Siddharta di Herman Hesse; l'insoddisfazione di sè, delle idee del suo tempo, lo porta al lungo viaggio per conoscere se stesso e il suo posto nel mondo. Questo è anche uno dei temi più importanti del libro Hanta Yo, la saga della tribù Sioux di Ruth Beebe Hill. Quest'opera ha molto in comune con la filosofia orientale, la magia e il mistero della forza della natura, il viaggio mistico in sé stessi, e ancora la ricerca di un equilibrio tra le voci inquiete e le voci di un altro sé. Così nel libro dell'americano Thomas Wolfe, Angelo, guarda il passato, è narrata, in una versione molto poetica e lirica, la vita di un giovane artista e scrittore, che si confronta con le contraddizioni umane di tristezza e gioia, amore e tragedia della separazione, individuo e società, visione artistica e quotidianità.


Ci sono ancora altre fonti di questa sceneggiatura, lo psicologo William James e il suo importante libro, Le varie forme dell'esperienza religiosa, il libro sacro della cultura indiana, Bhagavad Gita, Gilbran e altri.

Nel laboratorio i partecipanti esplorano le diverse tecniche utilizzate nella creazione dello spettacolo.

Il laboratorio include l’uso dei diversi mezzi espressivi sviluppati dal teatro contemporaneo: Living Theatre, recitazione non-fictional, creazione collettiva, training rituale, espressionismo Artaudiano, biomeccanica di Mejer’hold, teatro epico/politico di Piscator e Brecht, meditazione, hatha yoga, espressionismo corporeo corale.

Costo 135 euro
Iscrizione chiama Valentina: 347 008 2304

Gary 347/617.7283

Testo è disponibile presso:

giovedì, maggio 25, 2006

SMOPSM Re-mix

A new video by Gary Brackett
Adapted from Seven Meditations on Political Sado-Masochism by The Living Theatre


“I just watched the disc of SMOPSM Re-mix. It's magnificent. A much desired mix, for me, of old forms and treasured moments with modern realizations. But also with new energy and today's insanity. It's a kind of video clip, rock video, theater video. I might say also, your theater maturity and skill is evident. Don't want to get your ego too out of tilt, but it's good…… I mean, I had tears rolling down my cheeks.”
Tom Walker







Link al video: English

Link to video: Italiano

giovedì, marzo 30, 2006

Il Living Theatre: un'eredità anarchica. Le Sette Meditazioni sul Sadomasochismo politico trent'anni dopo a Torino.

Il Living Theatre: un'eredità anarchica. Le Sette Meditazioni sul Sadomasochismo politico trent'anni dopo a Torino.
(28 febbraio/11 marzo 2006)

"La forma di governo che si addice maggiormente all'artista è l'assenza di ogni governo"
(Oscar Wilde)

Si sono appena concluse a Torino e in alcune città italiane le giornate seminariali che hanno ricordato, a vent'anni dalla morte di Julian Beck, la straordinaria esperienza di questo gruppo teatrale, che oramai vanta più di mezzo secolo di vita, e già si notano alcuni interessanti esempi di contaminazione. D'altra parte la metafora del teatro che germoglia idee e rivoluzione da piccoli semi sparsi con costanza e determinazione è sempre stato un tema caro agli attori del Living e rimane probabilmente la loro lezione più vera e duratura..

Strano e commovente rivedere oggi questo spettacolo progettato in un contesto storico e politico completamente diverso, quello degli anni Settanta, quando i protagonisti di questo mitico gruppo teatrale americano si dedicavano anima e corpo ad un teatro politico e di ricerca che li aveva portati ad abbandonare i luoghi teatrali convenzionali per raggiungere con i loro spettacoli la gente comune, quella che non si trova in genere nei luoghi teatrali convenzionali: un'esperienza teatrale che avrebbe fatto scuola e che ha lasciato un'eredità inconfondibile e vivace a distanza di anni.

Living Theatre e anarchia
Il teatro del Living, negli anni Settanta, era un teatro di “trincea”, dove si respirava l'impressione che “chiedere l'impossibile” fosse non solo ovvio ma dovuto. Erano gli anni successivi all'esperienza-cesura del maggio francese, che aveva ispirato uno dei pezzi più famosi del gruppo: “Paradise, now!”. La loro ricerca, iniziata nella strada, e portata avanti nei ghetti, nelle fabbriche, tocca temi umili e quotidiani che vengono convertiti poi in categorie generali e assolute: il Potere, il Denaro, l'Amore, la Guerra , la Morte, la Proprietà e genera un metodo di lavoro originale, strettamente legato a quei tempi che consisteva sostanzialmente di due fasi: una propriamente informativo/politica e un'altra tendente a comunicare la consapevolezza raggiunta “sensibilizzando”, come si diceva allora, la gente su una realtà scomoda, vista ma non sempre accettata, fatta di violenza e di morte. Le ricette proposte erano semplici e assolutamente cristalline: l'amore come atto volontario e assoluto e il teatro- “cavallo di legno per prendere la città”- che doveva servire per scardinare da dentro le istituzioni, i luoghi comuni, le convenzioni: le mille prigioni quotidiane mal dissimulate. L'obiettivo: la “Bella Rivoluzione Anarchica Non Violenta”, cui doveva seguire una “vita armoniosa e libera mentalmente, fisicamente, sessualmente”. In sostanza alla gente per strada Beck e Malina e i loro compagni cercavano di dire che il denaro non è importante, che si potrebbe anche vivere senza, perché l'esistente sarebbe sufficiente per tutti, che non è il caso di ammazzarsi di lavoro, che è importante anche lo svago; che si potrebbe vivere autogestendo il proprio lavoro e in collaborazione amichevole; che si dovrebbero abolire governo, polizia, eserciti, proprietà, prigioni, e poi consumismo, pubblicità, guerre, nazionalismi, tutte quei valori e quei bisogni, che nascono da una struttura sociale che produce odio e lavori inutili.

La pratica del “teatro di strada” , conclusione coerente e necessaria di un discorso portato avanti con una logica quasi messianica che coinvolgeva in maniera totale il vissuto pubblico e privato, il rapportarsi, come singole persone e come collettivo con l'apparato repressivo con un atteggiamento di sfida palese, ben sapendo che ciò voleva dire subire una reazione violenta e ottusa che si manifestava con boicottaggi burocratici, “pestaggi”, arresti, processi e condanne.

André Reszler in “L'estetica anarchica”, nel 1975, sosteneva che il teatro del Living ha tre obiettivi paralleli: la Rivoluzione attraverso l'arte, la Rivoluzione attraverso l'azione politica diretta e l'Anarchismo in quanto esperienza vissuta. Per il Living il teatro d'azione equivale ad un teatro politicamente pregnante dove si crea una coscienza di classe: un teatro politico in cui la politica della vita viene messa in contrapposizione con la politica della morte.

L'esperienza di teatro politico è fortemente mutuata dall'insegnamento di Erwin Piscator, di cui Judith Malina è stata allieva, ma si affina soprattutto a partire dal 1963, dopo la chiusura per “inagibilità” del locale della Fourteenth Street, dove si tenevano le rappresentazioni del gruppo. Nel 1964 con “Mysteries and smaller pieces” il Living si presenta al pubblico con un testo nuovo rivoluzionario, il primo tentativo di “Teatro libero”, lavoro collettivo e senza regia, lo spettacolo è fortemente caratterizzato da tematiche pacifiste e alcuni membri , che non condividono il taglio dato all'opera, escono dal gruppo. Con il “Frankenstein” si prende in rassegna la storia dell'umanità sotto l'ottca della violenza delle istituzioni. Con “Antigone” e “Paradise, now!” nel 1968 la valenza libertaria diviene una caratteristica inconfondibile del gruppo e un segno distintivo della loro “azione” teatrale”.

La matrice anarchica è presente in maniera frammentaria ed eclettica sin dall'inizio. Promulgatori della “Bella rivoluzione Anarchica Non Violenta” Judith Malina e Julian Beck riprendono le suggestioni solidaristiche e federali di Kropotkin, la dialettica di Proudhon, l'anarchismo pacifista e mistico di Tolstoi rappresentano opere dell'americano Paul Goodman, mischiandole con componenti presenti negli anni Sessanta nei gruppi radicali americani: il misticismo orientale, la filosofia zen, le teorie sulla liberazione dell'energia sessuale di Wilhelm Reich.

I primi contatti con l'anarcosindacalismo sono del 1960, quando alcuni membri del gruppo aderiscono al collettivo dell'IWW. Dopo lunghe discussioni l'intero collettivo decide di aderire ufficialmente all'associazione “wobbly”, impegnandosi come singoli individui nel settore Job Branch, ma sottoscrivendo come gruppo le iniziative politiche dell'associazione. Da questo momento il Living diventa collettivo autogestito e a parere di molti componenti del gruppo l'esperienza e la pratica anarcosindacalista ha rafforzato moltissimo il gruppo dando una forte motivazione politica e la sensazione precisa di essere inseriti in un progetto rivoluzionario globale condiviso.


Le “Sette meditazioni sul sadomasochismo politico”
“Le Sette meditazioni sul sadomasochismo politico” nascono in questo contesto e fanno parte di un progetto più vasto, -“l'Eredità di Caino”- un grande ciclo teatrale, concepito come una costellazione formata di centinaia di stelle: “una costellazione che brilla dentro una città o un villaggio” diventandone il suo “doppio” e assumendo, quindi, di volta in volta un volto diverso. I pezzi del ciclo, un centinaio di performances diverse per stile, linguaggio e lunghezza (alcuni duravano pochi minuti, altri diverse ore) vennero rappresentati fra il 1970 e il 1978. Erano spettacoli destinati a quelle persone che non hanno, in genere, l'occasione di andare a teatro per motivi economici e di cultura. L'intento era quello di creare un clima partecipativo che stimolasse la gente stessa a riscoprire e reinventare la propria identità e la propria cultura. La scenografia, come al solito, scarna, essenziale, vengono sfruttati gli elementi esistenti, i corpi stessi diventano oggetti di scena. I colori usati per i costumi, il rosso e il nero, rimandano al simbolismo anarchico.

Il tema, il rapporto che si instaura fra padrone e schiavo, o, più genericamente, fra carnefici e vittime, fra chi comanda e chi subisce: un rapporto basato su una legame di tipo sadomasochistico. L'argomento traeva spunto dal progetto omonimo dello scrittore austriaco Sacher-Masoch: tutti gli uomini sottostanno alla legge della violenza, usata da chi comanda, ma anche accettata, quasi con compiacimento, da chi subisce. Questa violenza si manifesta sotto varie forme: il potere dello stato, il rapporto amoroso, il denaro, la proprietà, la guerra o il militarismo, la cultura della morte. Il padrone, invidiato dallo schiavo, costituisce ai suoi occhi un modello da imitare, un esempio di saggezza, bellezza, perfezione. Alla fine, nella saga di Masoch, il padrone uccide lo schiavo consenziente. Lo scopo, perseguito dallo scrittore austriaco è quello di capire e di svincolarsi da questo tipo di rapporto violento partendo dalla comprensione della componente di amore-odio esistente fra le persone sottoforma di violenza psico- sessuale.

Nella versione elaborata dal Living, “L'eredità di Caino” diventava una sorta di psicodramma dove gli spettatori avrebbero dovuto raggiungere la consapevolezza delle proprie frustrazioni e trovare, quindi, anche se non necessariamente, la capacità di superarle. I pezzi riprendono i temi del ciclo di Masoch, e utilizzano lo stesso schema di intreccio reciproco fra le varie forme di repressione, ma vengono pensati per essere riformulati a seconda delle occasioni, diventando quindi ogni volta una rappresentazione diversa che vuole rispecchiare la realtà contingente. E' il caso di “Oratorio di appoggio a uno sciopero”, rappresentato a Reggio Emilia in favore degli operai di una fabbrica che erano stati licenziati. I pezzi più noti del ciclo, in realtà mai ufficialmente concluso, sono: “Sette meditazioni sul sadomasochismo politico”, “Sei atti pubblici”, “La torre del denaro”, rappresentati, per la prima volta in Italia, alla Biennale di Venezia del 1975. In occasione dell'ultima rappresentazione di “La torre del denaro” a Venezia lo spettacolo si interruppe per qualche minuto, uno degli attori rivolgendosi al pubblico disse: “A Venezia abbiamo trovato persone che hanno detto che il Living è la più brutta cosa che sia stata portata alla Biennale, ma abbiamo anche trovato persone che hanno compreso il nostro lavoro, e persone meravigliose, dei fratelli, che come noi lottano contro lo Stato e lo sfruttamento per una società libera, per l'Anarchia”

Trent'anni dopo
Riprendere e non disperdere quell'esperienza oggi è assolutamente importante e ci sono diversi segnali positivi in questo senso che vanno segnalati, ad iniziare dal lavoro testardo e coraggioso di Gary Brackett, che con Cathy Marchand, ha continuato in questi anni a “contaminare” con piccoli semi di consapevolezza livinghiana il panorama teatrale italiano, attivando laboratori per studenti dove si riprendono le tecniche sperimentate da anni nel Living Theatre - tecniche yoga, meditazione zen, biomeccanica - e soprattutto ribadendo la convinzione che il lavoro teatrale è prima di tutto una “creazione collettiva”. Gary che lavora dal 1989 con il collettivo teatrale del Living, ha attivato numerose esperienze teatrali a Bologna, Bari, Roma, New York, Torino, elaborando una sua personale visione del teatro di ricerca dove al tradizionale lavoro sulle tecniche sul corpo, la meditazione e il teatro politico si aggiunge uno spiccato interesse per le potenzialità del computer e delle tecniche video, come si può vedere nel suo sito - www.videoweekly.net - una sorta di giornale-video settimanale su web di politica e cultura., “Chi sono i promotori della cultura contemporanea che dovrebbero dal confuso conflitto tra la vita quotidiana e “spettacolo” quotidiano dare un senso all'apparente insensatezza del mondo? “ si chiede Gary e ancora “dopotutto le vicessitudini del mondo accadono proprio fuori dalle nostre finestre”. Nel video proposto sul sito dal titolo “This week's this” il computer e la TV sono le nostre finestre affacciate su una piazza/teatro virtuale che è quella del web.

Nello spettacolo portato in scena a Torino, la regia di Gary è stato soprattutto un lavoro di ricostruzione filologica dell'opera, pur con le dovute attualizzazioni al contesto storico attuale, oltre a presentarsi come un'operazione rigorosamente didascalica sul metodo di lavoro affinato dal Living che ha saputo far calare i ragazzi esattamente in quella dimensione e in quell'atmosfera. Non va dimenticato che il pezzo sulle “Sette meditazioni” , introduzione all'”eredità di Caino”, era stato progettato per studenti e persone interessate alla disciplina della meditazione e aveva come fine quello di unificare le menti ad un livello energetico più alto, collettivo.

Ho chiesto ai giovani attori se non trovassero datato il pezzo e come si ponevano rispetto ai richiami ricorrenti e sottolineati alla lotta di classe, oggi argomento piuttosto rimosso e desueto, agli scritti di Malatesta, e agli ideali anarchici, e mi hanno risposto che ne avevano discusso fra di loro e che avevavo trovato sorprendentemente attuale l'opera, proprio perché i temi affrontati nelle meditazioni sono purtroppo assolutamente vere oggi come allora: la violenza è una pratica subdola e diffusa, le guerre continuano a devastare il mondo, il potere del denaro regola la vita del pianeta e la domanda finale “che cosa possiamo fare per cambiare?” rimane, ahimé, di splendida attualità.

Lo spettacolo è stato portato in diversi luoghi pubblici, a Pinerolo, in Val di Susa, nei Centri sociali del Barocchio e dell'Asilo Occupato, all'Espace di Via Mantova, ed ovunque l'accoglienza è stata calorosissima. In particolare in Val Susa, dove le recenti vicende NOTAV, vissute in maniera collettiva e partecipata da tutta la popolazione valsusina, hanno sicuramente avuto buon gioco nel crare un clima positivo e caloroso.

Ricordiamo che, a margine di questa esperienza, è stato aperto un blog -http://cosapossiamofare.blogspot.com - che ha lo scopo di continuare ed allargare il dibattito alla virtuale comunità web. Mai come oggi, il Living, che ha attraversato più di mezzo secolo della nostra storia e della nostra vita politica, ci appare come un oggetto teatrale necessario e prezioso, proiettato in una dimensione ancora tutta da inventare e scoprire.

Torino, 19 marzo 2006

Carla Pagliero

giovedì, marzo 23, 2006

Sette meditazioni: L’Espace Torino Sabato il 11 marzo '06







venerdì, marzo 03, 2006

Sette meditazioni sul sado-masochismo politico

Centro Living Theatre Europa e ORSA (Torino)
presentano
Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico
del
THE LIVING THEATRE
Diretto da Gary Brackett (Living Theatre)


Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico creato collettivamente nel 1973 dal Living Theatre proviene dalle esperienze vissute dalla compagnia durante la loro carcerazione in Brasile dove il sistematico uso della tortura pervadeva l’ambiente. Centro Living Europa (direttrice artistica Judith Malina) e ORSA (direttore Eduardo Fadini) presentano un’attuale ricreazione dello spettacolo come venne rappresentato negli anni ‘70. Diretto da Gary Brackett del Living Theatre con la partecipazione di 15 artisti del Centro Living Europa.

Spettacoli:
Café Liber (ARCI Club)
Martedì il 7 Marzo
Ore 22.00
Corso Vercello, 2
Torino

Biblioteca di Condove
Mercoledì 8 Marzo 2006
Piazza Martiri della Libertà
Ore 21.00

Barocchio Squat Garden
Giovedì il 9 marzo
Buffet e spettacolo
Ore 20.00
Strada del Barocchio, 27
Grugliasco (TO)

Asilo Occupato
Venerdì il 10 marzo
Buffet e spettacolo
Ore 20.00
Via Alessandria, 12
Torino

L’Espace
Sabato il 11 marzo
Incontro e spettacolo
Ore 21.00
Via Mantova, 38
Torino

Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico creato collettivamente nel 1973 dal LIVING THEATRE è una stella della costellazione dell’Eredità di Caino, un ciclo di spettacoli il cui tema principale è il rapporto padrone-schiavo e come esso pervade tutti i livelli della struttura sociale.

Sette meditazioni è un viaggio di esplorazione individuale dove esaminiamo i nostri legami ad un sistema politico la cui natura essenziale è la dominazione: le nostre abitudinarie e morbose attrazioni per il denaro, la proprietà e gli oggetti; la nostra dipendenza e acquiescenza verso il supremo potere dello stato; della violenza, della guerra e della competizione che pervade la vita sociale e in cui la morte permea la vita; dal tavolo della cucina alla camera da letto dove l’amore è un gioco di potere, possessione e controllo. Infine e soprattutto il desiderio di un cambiamento rivoluzionario il quale possa rovesciare queste forme sadomasochiste in ogni sfera quotidiana e politica.

Le Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico sono una parte progettata per studenti e persone interessate alla disciplina della meditazione. Da ciò deriva la sua forma solenne, sobria, come un rituale dello studio, concentrando l’attenzione, unificando le menti ad un livello più alto, inatteso.

Lo spettacolo utilizza diverse tecniche, per esempio i riti delle tribù africane Gnaua del Marocco, i rituali macumba e candomblé del Brasile e i riti dei monaci za-zen.

Gary Brackett regista e attore lavora da 17 anni con The Living Theatre di New York diretto da Judith Malina.

ORSA 011/517.4409

Gary Brackett 347/617.7283
garyliving@yahoo.com

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